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PAGINA SPECIALE PER LA RICORRENZA DEL 36.- 38. ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO DEL 1980 IN IRPINIA
Post della pagina Facebook
Francesco de Sanctis (Morra Si Vota):
Link di foto di Gerardo Di Pietro Morra dopo il
terremoto |
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Link di foto di Delio
Ambrosecchia Morra dopo il terremoto |
La Lista dei morti
Die Liste den Toten |
Link Foto
Terremoto (cliccare sulla foto)

Lo struggente ricordo del sisma nei versi di Gerardino Di
Pietro, datati novembre 1984.
TRAGICO RICORDO
O mio paese, nel tuo cielo plumbeo
volano le
nuvole
e le cornacchie gracidano
al vento che sibila tra le fessure
degli
improvvisati ricoveri,
ravvivando il ricordo
dell'immane
catastrofe.
Si scosse la terra percossa
dalla
verga adirata dei giganti
e rimbombarono le valli di boati e gemiti.
Sulla crosta instabile, come fuscelli al vento,
crollarono
gli edifici degli uomini.
Le case si sgretolarono
e cento
fionde omicide balestrarono le pietre,
tra le muraglie antiche s'inseguirono i demoni:
mille e mille giacciono i cadaveri nella recente polvere.
Gli atterriti superstiti cercano i loro cari sotto le
macerie.
O vecchierello, che sereno occaso
speravi a lunga vita e faticosa,
rapida venne la notte col suo manto lugubre
e la magione
ch'innalzasti un giorno
sudato frutto d'una vita dura
fu tomba ingrata alle tue speranze.
O giovanette, che di speme rose
a
l'alma
tingeste pei futuri giorni,
nell'aria scura della sera omicida
lasciaste il
velo candido per andare ad altre nozze.
E nella barca colma di anime che vi raggiungono,
affrettandovi, al salmodiar
degli spiriti,
nel fiume Lete dimenticate i sogni del mondo.
Ma sulla terra gli uomini ancor s'ingegnano
a suscitare
l'odio nel cuor dei loro simili
ed al cielo minacciosi ergono la superba fronte.
Stolti, non cercano in natur che vegeta
nel suo manto splendido, nell'immensità del cielo
ceruleo,
pace e giustizia tra i diversi popoli.
A che la lotta? A che l'odio?
Preda noi
siam dell'attimo fuggevole
ch'annientar può il lavor di secoli.
Nulla è durevole,
solo amore o
odio saran con noi eterni
quando cadremo proni nella polvere.
Gerardo Di Pietro, Novembre 1984
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Link Foto Erdbeben

TRAGISCHE ERINNERUNG
O meine Dorf, in deinem
bleiernen Himmel
fliegen die Wolken
und die Krähen krächzen
im pfeifenden Wind
zwischen den Schlitzen
der improvisierten
Unterkünfte,
und lassen die
Erinnerungen
der gewaltigen Katastrophe
wieder aufleben.
Es bebte die Erde,
vom wütenden Stab der
Riesen geschlagen
und es dröhnten die Täler
von Donnern und Ächzen.
Auf der instabilen Kruste
brachen die Gebäude der
Menschen
wie Zweige im Wind.
Die Häuser zerfielen
und aus hundert
mörderischen Schleudern
schossen die Steine.
Zwischen den alten Mauern,
verfolgten sich die Dämonen:
Tausende und Abertausende
von Leichen
liegen im frischen Staub.
Die erschreckten
Überlebenden
suchen in den Trümmern
nach ihren Angehörigen.
O alter Mann,
der du nach einem langen
und schweren Leben
auf eine heitere
Abenddämmerung hofftest,
zu schnell kam die Nacht
mit ihrem düsteren Mantel,
und dein Heim, das du
einst gebaut hast,
schweisstreibende Frucht
eines harten Lebens,
wurde zum undankbaren Grab
deiner Hoffnungen.
O junge Menschen, die ihr
die zukünftigen Tage
mit rosigen Farben euch
ausgemalt habt,
ihr habt in der dunklen
Luft der mörderischen Nacht
eure weissen Schleier
verlassen,
um auf andere Hochzeiten
zu gehen.
Und in dem mit Seelen
gefüllten Boot, die euch einholen,
habt ihr euch beeilt
Psalmen zu singen,
um in dem Fluss Lethe die
weltliche Träume zu vergessen.
Aber auf der Erde setzen
sich
die Menschen noch immer
ein,
den Hass in den Herzen
ihrer Mitmenschen zu erwecken
und ihre Stirn bedrohlich
gegen den Himmel zu erheben.
Narren, suchen sie nicht
die Natur,
die in ihrem prächtige
Mantel wächst,
in die Unermesslichkeit
des blauen Himmels,
die nicht suchen,
Gerechtigkeit und frieden
zwischen den verschiedenen
Völkern.
Warum der Kampf? Warum der
Hass?
Beute sind wir dieses
flüchtigen Augenblickes,
der die Arbeit von
Jahrhunderten auslöschen kann.
Nichts ist beständig,
nur Liebe oder Hass
bleiben ewig
wenn wir in den Staub
fallen.
Gerardo Di Pietro 1984
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23
Novembre
Post dal
profilo Facebook di Francesco de Sanctis (Morra Sì Vota):
La cittadinanza è invitata a partecipare alla
commemorazione in programma nella serata di oggi VENERDI' 23 NOVEMBRE.
Alle ore 19:00 il raduno presso l'ingresso del Cimitero
con la deposizione di una corona d'alloro innanzi al monumento dedicato
alle vittime del sisma.
A seguire, alle 19:30, Santa Messa presso la Cappella del
Cimitero.
Oggi Venerdì 23 Novembre doverosi il ricordo e la
preghiera per i 64 morresi che 38 anni fa, in questo giorno e in quelli
successivi, persero la vita a causa del sisma.
Tra di loro anche giovani e bambini:
1) Ambrosecchia Francesca n. il 20-8-1903 anni 77
2) Ambrosecchia Vincenzo n. il 30-7-1903 anni 77
3) Araneo Concettina n. il 21-11-1976 anni 4
4) Braccia Angela Maria n. il 10-2-1920 anni 60
5) Braccia Angela Rosa n. il 2-1-1921 anni 59
6) Braccia Angelo Maria n. il 18-11-1906 anni 74
7) Buscetto Maria Rosaria n. il 2-1-1932 anni 48
8) Buscetto Maria Rosaria n. il 2-7-1977 anni 3
9) Capozza Rosaria n. il 13-12-1902 anni 78
10) Capozza Vita Maria n. il 19-2-1921 anni 59
11) Caputo Maria Giuseppa n. il 8-11-1920 anni 60
12) Carino Agostino n. il 10-11-1957 anni 23 (di Andretta)
13) Cicchillo Angela n. il 22-2-1915 anni 65
14) Consigliero Giuseppe n. il 25-9-1925 anni 55
15) Covino Carmelinda n. il 12-1-1910 anni 70
16) Covino Maria Rosa n. il 22-12-1907 anni 73
17) Di Cola Mariantonia n. il 11-8-1894 anni 86
18) Di Leo Maria n. il 26-6-1930 anni 50
19) Di Paola Angiola n. il 13-1-1896 anni 84
20) Di Pietro Alfonso n. il 15-2-1942 anni 38
21) Di Pietro Angelo n. il 17-11-1974 anni 6
22) Di Pietro Giuseppe n. il 29-5-1901 anni 79
23) Di Pietro Ida n. il 18-11-1972 anni 8
24) Di Santo Rocco n. il 11-11-1891 anni 89
25) Di Sapio Rosaria n. il 26-3-1894 anni 86
26) Fazza Felicita Santa in Pavese n. il 31-10-1906 anni
74
27) Gargani geom. Alfonso n. il 10-2-1937 anni 43 (a
seguito di incidente stradale)
28) Giugliano Filomena ved. Forgione n. il 23-10-1902
anni 78
29) Grippo Alessandra n. il 4-5-1895 anni 85
30) Grippo Alessandro n. il 12-11-1904 anni 76
31) Grippo Mario n. il 20-12-1977 anni 3
32) Grippo Vito n. il 15-6-1926 anni 54
33) Guarino Luigi Giovanni n. il 24-6-1908 anni 72
34) Lanzalotto Donatangelo n. il 17-9-1974 anni 6
35) Lanzalotto Donato Angelo n. il 5-12-1916 anni 64
36) Lardieri Maria in Buscetto n. il 20-7-1953 anni 27
(originaria di Teora)
37) Maccia Angiolina n. il 14-12-1928 anni 52
38) Maccia Gerardo n. il 26-1-1901 anni 79
39) Maccia Giuseppe Antonio n. il 4-8-1909 anni 71
40) Mariani prof. Alfonso n. il 14-10-1933 anni 47 (a
seguito di incidente stradale)
41) Mariani Angelomaria n. il 8-6-1910 anni 70
42) Mariani sac. Bruno n. il 23-11-1931 anni 49 (in
S.Angelo, dove era parroco)
43) Montemarano Angelica n. il 6-7-1901 anni 79
44) Natale Maria in Grippo n. il 10-4-1940 anni 40
(originaria di S.Angelo)
45) Pagnotta Lucia n. il 5-3-1892 anni 88
46) Pagnotta Rosa n. il 14-11-1975 anni 5
47) Pasquale Carmela n. il 17-11-1896 anni 84
48) Pavese Carmine n. il 19-4-1905 anni 75
49) Pennella Alessandro di Aniello n. il 21-12-1975 anni
5
50) Pennella Antonio n. il 22-9-1901 anni 79
51) Pennella Lucia n. il 25-9-1926 anni 54
52) Pennella Maria Donata in Di Stefano n. il 17-5-1925
anni 55
53) Pennella Maria Teresa n. il 29-6-1898 anni 82
54) Perna Angela in Di Pietro Alfonso n. il 18-7-1950
anni 30 (in Lioni)
55) Ricciardi Amedeo n. il 13-10-1896 anni 84
56) Ricciardi Silvia Onorina ved. Carino n. il 26-3-1907
anni 73
57) Sarni Carmela n. il 14-1-1904 anni 76
58) Sarni Lucia in Ambrosecchia Vincenzo n. il 23-9-1907
anni 73
59) Sarni Maria Giuseppa in Strazza n. il 5-8-1922 anni
58
60) Strazza Incoronata n. il 3-8-1901 anni 79
61) Strazza Maria n. il 12-11-1914 anni 66
62) Strazza Maria Antonietta in Pennella n. il 21-6-1956
anni 24 (presso l'Ospedale di S.Angelo, dove lavorava come infermiera).
63) Vitiello Incoronata n. il 31-5-1932 anni 48
64) Zuccardi Rosa n. il 18-10-1898 anni 82
Oggi Venerdì 23 Novembre il nostro pensiero corre
inevitabilmente ai nostri concittadini che persero la vita in quella
drammatica sera di 38 anni fa.
Foto 4
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Link di foto di Gerardo Di Pietro Morra dopo il terremoto
Link di foto di Delio
Ambrosecchia Morra dopo il terremoto
Post della pagina Facebook
Francesco de Sanctis (Morra Si Vota):
Nel ricordare il sisma, l'onorevole Giuseppe Gargani coglie anche
l'occasione per replicare ad alcune recenti esternazioni del premier Matteo
Renzi che di recente ha laconicamente dichiarato: "Per ricostruire Amatrice non
seguiremo il modello Irpinia".
"Ho perso mio fratello per il terremoto a Morra De Sanctis -
afferma Gargani - e quando sento certe cose mi verrebbe la voglia di presentare
una denuncia per chiedere il risarcimento dei danni morali per questa provincia.
Qui è nata la protezione civile, qui si è cercato di mettere in moto uno
sviluppo sempre negato. L'Irpiniagate? E' stato un bluff".

-
Condividiamo questa foto di Rocco Di Paola, fortemente emblematica, così come il
commento postato in allegato che vi riportiamo integralmente:
"Con i soldi "puliti" si sono ricostruite le case, le chiese, i castelli e tutto
il resto... ma niente ha potuto far tornare indietro chi ha perso la vita!
Si doveva ripartire da questo, che il sacrificio di quelle vittime doveva
portare a un futuro migliore per questo paese, ricostruire in bene e con i
sensi...ma se ad oggi la popolazione è diminuita più del 50%, il paese è senza
vita, senza un'anima, senza niente e non si vede uno spiraglio positivo...
evidentemente le decisioni prese non hanno portato i risultati sperati
- MERCOLEDI' SERA AL CIMITERO IL RICORDO DELLE VITTIME DEL
TERREMOTO:
Ecco il programma delle iniziative che avranno luogo al
Cimitero alle ore 19:00 di Mercoledì prossimo, 23 novembre,
per commemorare degnamente le vittime morresi del terremoto
del 1980, a 36 anni di distanza da quel minuto e mezzo che a
partire dalle 19:34 anche nel nostro paese, come in quasi
tutta l'Altirpinia, nel Salernitano e in Basilicata, seminò
morte e distruzione.

23 novembre
Post della pagina
Facebook Francesco de Sanctis (Morra Si Vota):
- STASERA AL CIMITERO LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL
TERREMOTO:
Alle 19 di stasera il raduno presso l'ingresso del Cimitero per
la deposizione della corona d'alloro al monumento che ricorda le vittime morresi
del sisma.
A seguire, alle 19:30, la Santa Messa presso la Cappella del
Cimitero.
- I NOMI DEI 47 MORRESI DECEDUTI IL 23 NOVEMBRE DI 36 ANNI FA A
CAUSA DEL TERREMOTO:
1) Ambrosecchia Francesca n. il 20-8-1903 anni 77
2) Ambrosecchia Vincenzo n. il 30-7-1903 anni 77
3) Araneo Concettina n. il 21-11-1976 anni 4
4) Braccia Angela Maria n. il 10-2-1920 anni 60
5) Braccia Angela Rosa n. il 2-1-1921 anni 59
6) Buscetto Maria Rosaria n. il 2-1-1932 anni 48
7) Capozza Rosaria n. il 13-12-1902 anni 78
8) Caputo Maria Giuseppa n. il 8-11-1920 anni 60
9) Carino Agostino n. il 10-11-1957 anni 23 (di Andretta).
10) Covino Maria Rosa n. il 22-12-1907 anni 73
11) Di Leo Maria n. il 26-6-1930 anni 50
12) Di Sapio Rosaria n. il 26-3-1894 anni 86
13) Fazza Felicita Santa n. il 31-10-1906 anni 74 (in Pavese)
14) Grippo Alessandra n. il 4-5-1895 anni 85
15) Grippo Alessandro n. il 12-11-1904 anni 76
16) Grippo Mario n. il 20-12-1977 anni 3
17) Grippo Vito n. il 15-6-1926 anni 54
18) Guarino Luigi Giovanni n. il 24-6-1908 anni 72
19) Lanzalotto Donatangelo n. il 17-9-1974 anni 6
20) Lanzalotto Donato Angelo n. il 5-12-1916 anni 64
21) Maccia Angiolina n. il 14-12-1928 anni 52
22) Maccia Giuseppe Antonio n. il 4-8-1909 anni 71
23) Mariani Angelomaria n. il 8-6-1910 anni 70
24) Montemarano Angelica n. il 6-7-1901 anni 79
25) Natale Maria n. il 10-4-1940 anni 40
26) Pagnotta Rosa n. il 14-11-1975 anni 5
27) Pasquale Carmela n. il 17-11-1896 anni 84
28) Pavese Carmine n. il 19-4-1905 anni 75
29) Pennella Alessandro n. il 21-12-1975 anni 5
30) Pennella Lucia n. il 25-9-1926 anni 54
31) Pennella Maria Donata n. il 17-5-1925 anni 55
32) Ricciardi Silvia Onorina n. il 26-3-1907 anni 73
33) Sarni Lucia n. il 23-9-1907 anni 73
34) Sarni Maria Giuseppa n. il 5-8-1922 anni 58
35) Strazza Incoronata n. il 3-8-1901 anni 79
36) Vitiello Incoronata n. il 31-5-1932 anni 48
37) Zuccardi Rosa n. il 18-10-1898 anni 82
38) Buscetto Mariarosaria n. il 2-7-1977 anni 3
39) Covino Carmelinda n. il 12-1-1910 anni 70
40) Di Pietro Alfonso n. il 15-2-1942 anni 38 (in Lioni)
41) Di Pietro Angelo n. il 17-11-1974 anni 6 (in Lioni)
42) Di Pietro Ida n. il 18-11-1972 anni 8 (in Lioni)
43) Lardieri Maria n. il 20-7-1953 anni 27
44) Mariani sac. Bruno n. il 23-11-1931 anni 49 (in S. Angelo)
45) Perna Angela in Di Pietro n. il 18-7-1950 anni 30 (in Lioni)
46) Strazza Maria n. il 12-11-1914 anni 66
47) Strazza Maria Antonietta n. il 21-6-1956 anni 24 (presso
l'Ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi, dove lavorava come infermiera).
- I NOMI DEI 17 MORRESI DECEDUTI NEI GIORNI SUCCESSIVI AL 23
NOVEMBRE DI 36 ANNI FA A CAUSA DEL SISMA:
1) Braccia Angelo Maria n. il 18-11-1906 anni 74
2) Capozza Vita Maria n. il 19-2-1921 anni 59
3) Cicchillo Angela n. il 22-2-1915 anni 65
4) Consigliero Giuseppe n. il 25-9-1925 anni 55
5) Di Cola Mariantonia n. il 11-8-1894 anni 86
6) Di Paola Angiola n. il 13-1-1896 anni 84
7)
Di Pietro Giuseppe n. il 29-5-1901 anni 79
8)
Di Santo Rocco n. il 11-11-1891 anni 89
9)
Gargani geom. Alfonso n. il 10-2-1937 anni 43 (a seguito di incidente stradale
di ritorno ad Avellino da Morra col prof. Alfonso Mariani)
10) Giugliano Filomena n. il 23-10-1902 anni 78
11)
Maccia Gerardo n. il 26-1-1901 anni 79
12)
Mariani prof. Alfonso n. il 14-10-1933 anni 47 (a seguito di incidente stradale
di ritorno ad Avellino da Morra col geom. Alfonso Gargani).
13) Pagnotta Lucia n. il 5-3-1892 anni 88
14) Pennella Antonio n. il 22-9-1901 anni 79
15)
Pennella Maria Teresa n. il 29-6-1898 anni 82
16)
Ricciardi Amedeo n. il 13-10-1896 anni 84 (ex Sindaco di Morra nel dopoguerra).
17)
Sarni Carmela n. il 14-1-1904 anni 76
- Oggi 23 Novembre il pensiero non può non andare alle vittime
del terremoto che 36 anni fa alle ore 19:34 di questo giorno si accanì sui
nostri paesi, seminando morte e distruzione. Anche Morra non fu risparmiata
dalla furia del sisma. 47 morti più altri 17 nei giorni seguenti per un totale
complessivo di 64 deceduti. Pochissime le abitazioni rimaste in piedi, tante
quelle crollate e ridotte a cumuli di macerie, ivi compresi la Chiesa Madre e il
Castello, oggi fortunatamente ritornati agli antichi splendori. Grazie ai
76.064.000 euro (76 milioni di euro/150 miliardi di lire) giunti a Morra in
questi anni, la ricostruzione è stata completata ma alcune scelte (abbattimento
ex Canonica, Chiesa della Congregazione, Chiesa dell'Annunziata, Orologio
comunale, Muro di Dietrocorte) lasciano non poche perplessità. Non si è voluto
puntare sulla valorizzazione della c.d. agorà quale luogo di dinamico ritrovo
aggregativo e commerciale attorno al Comune, tant'è che la maggior parte dei
negozi sono sparsi in varie zone del paese mentre la gran parte delle abitazioni
popolate si addensa nell'Area 3 a S. Antuono e in misura minoritaria nell'Area
1-Piano di Zona-Montecalvario. I rimpianti sono tanti, l'emergenza è un lontano
ricordo ma la si poteva superare meglio. Fortunatamente, la collocazione
dell'area industriale ha attenuato i danni, apportando nei primi anni degli
insediamenti grandi benefici sotto il profilo occupazionale sebbene in questi 36
anni Morra abbia perso complessivamente più di 1.000 abitanti (2.358 nel 1981,
1.297 a fine 2015), pagando così un notevole tributo in termini demografici a
causa dell'emigrazione indotta dal sisma. Come si suole dire "ormai è andata" e
oggi non ci resta che concentrarci sulla commemorazione di tutte le 2.914
vittime del sisma, abbandonandoci nel contempo al ricordo di quella Morra di un
tempo, di quartieri come i Buulardi, Via Forno, Via Marotta e di luoghi
simbolici come l'ex Casa Canonica nei pressi della Chiesa Madre, la Chiesa della
Congregazione, l'Orologio comunale, la Chiesa dell'Annunziata (oggi Anfiteatro)
andati purtroppo perduti.
-
Il video del dott. Antonio Mignone che documenta attraverso numerose foto Morra
nell'immediato post-sisma
https://www.youtube.com/watch?v=TcYWL7rVw-E&feature=share
-
Ecco un altro video documentante Morra ad una settimana da quel drammatico 23
novembre 1980 di cui oggi ricorre il 36mo anniversario
https://www.youtube.com/watch?v=WDhBx56fvtM&feature=share
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/11/23/news/trentasei_anni_dopo_il_sisma_dell_irpinia_l_rabbia_dei_sindaci_nell_area_del_cratere_ricostruzione_infinita_nei_paesi_des-152611859/
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/15_novembre_22/terremoto-sisma-irpinia-23-novembre-1980-35-anni-fa-ricordo-anniversario-ba7dc544-9136-11e5-bbc6-e0fb630b6ac3.shtml
http://www.meteoweb.eu/2016/11/terremoto-irpinia-a-36-anni-dal-sisma-mancano-ancora-finanziamenti-ecco-la-tormentata-storia-della-ricostruzione/793772/
http://www.canale58.com/articolo/cronaca/3/retata-antidroga-5-arresti-a-gesualdo-e-villamaina/27079
http://www.tusinatinitaly.it/articolo/cronaca/3/maxi-operazione-anti-droga-all-alba-a-villamaina-e-gesualdo/24956
QUI IN BASSO HO AGGIUNTO ALTRE MIE POESIE
ISPIRATE DAL TERREMOTO
E DALLE SUE CONSEGUENZE A MORRA DE SANCTIS
Questa poesia la scrissi in ricordo del terremoto a Morra De
Sanctis nel 1984, Ora la dedico anche alle vittime del
terremoto delle regioni recentemente colpite.
TRAGICO RICORDO
O mio
paese, nel tuo cielo plumbeo
volano le
nuvole
e le
cornacchie gracidano
al vento
che sibila tra le fessure
degli
improvvisati ricoveri,
ravvivando
il ricordo
dell'immane catastrofe.
Si scosse
la terra percossa
dalla
verga adirata dei giganti
e
rimbombarono le valli di boati e gemiti.
Sulla
crosta instabile, come fuscelli al vento,
crollarono
gli edifici degli uomini.
Le case si
sgretolarono
e cento
fionde omicide balestrarono le pietre,
tra le
muraglie antiche s'inseguirono i demoni:
mille e
mille giacciono i cadaveri nella recente polvere.
Gli
atterriti superstiti cercano i loro cari sotto le macerie.
O
vecchierello, che sereno occaso
speravi a
lunga vita e faticosa,
rapida
venne la notte col suo manto lugubre
e la
magione ch'innalzasti un giorno
sudato
frutto d'una vita dura
fu tomba ingrata alle tue speranze.
O
giovanette, che di speme rosea
l'alma tingeste pei futuri
giorni,
nell'aria
scura della sera omicida
lasciaste
il velo candido per andare ad altre nozze.
E nella
barca colma di anime che vi raggiungono,
affrettandovi,
al
salmodiar degli spiriti,
nel fiume
Lete dimenticate i sogni del mondo.
Ma sulla
terra gli uomini ancor s'ingegnano
a
suscitare l'odio nel cuor dei loro simili
ed al
cielo minacciosi ergono la superba fronte.
Stolti,
non cercano in natur che vegeta
nel suo
manto splendido, nell'immensità del cielo ceruleo,
pace e
giustizia tra i diversi popoli.
A che la
lotta? A che l'odio?
Preda noi
siam dell'attimo fuggevole
ch'annientar può il lavor di secoli.
Nulla è
durevole,
solo amore
o odio saran con noi eterni
quando
cadremo proni nella polvere
Gerardo
Di Pietro
Novembre 1984
BELLA TI CANTAI
Di dolci ricordi riempisti i miei lunghi anni d’esilio,
o mia terra lontana.
Nella mente ogni casa, ogni campo,
ogni fiore, ogni siepe, ogni fontana
belle apparivano nei ricordi di giovinezza.
Se la tristezza velava il mio cuore,
mi rifugiavo all’ombra fresca
dei tuoi castagneti in fiore, o sognavo
la calma d’un bel tramonto d’oro
e,
nell’attesa dell’imminente sera,
l’aria fragrante di agresti fiori,
cantavano i grilli la canzone
all’anima travagliata dal dolore.
Bella ti cantai nella corona dei colli
che t’ammirano da lontano,
bella di aria e di luce, di venti e di pioggia,
dell’odore della tua terra, della tua gente
che cantava nei campi d’oro di grano,
dell’arida canicola e dell’arsura
che dissetavo alle tue limpide fontane.
Ma, quando alla fine del mio peregrinare
a ricercarle venni,
tristemente chiocciava
nelle vasche abbandonate l’acqua insalubre,
coperte pietosamente da rovi ed edera,
piangevano sommesse, pozzanghere inutili.
O terra mia, nelle vie deserte di sera,
negli scheletri delle tue case nuove,
negli occhi stupiti dei vecchi
tornati bambini,
invano ansioso cercai
il palpito antico del tuo grande cuore
e il trillo festoso e giulivo
delle rondini a primavera.
SORELLA MORTE
Morte, non venisti sorella,
la fronte ornata da rose vermiglie,
a passi lievi, quasi come un’ombra
che dolce chiude
lo sguardo già stanco,
ma con gran clamore
apparisti,
col passo pesante
che affonda profondo,
lasciando orme intrise di sangue,
sotto calcinacci e polvere.
A mezzo le parole e i sogni rimasero,
in quella tiepida sera d’autunno,
incompiuti i pensieri e la vita.
1999
VENTO D’ESTATE
Il vento ravviva la brace di stelle
tra la cenere di nuvole
e le lucciole appena s’alzano
ricadono,
spegnendosi nell’erba.
Come scheletri
stanno in piedi i grigi pilastri,
nei vani aperti delle case a metà
costruite.
I recinti di lamiere dei cantieri
oscillano, cigolando,
come corazze arrugginite di un’armata
invisibile.
Non un’anima viva; nell’aria sento
odore di acqua vicina,
il tempo si mette a temporale.
Tacciono i grilli,
una luce si spegne dietro una
persiana.
Ombre sono i vecchi attori
nella strada deserta,
ombre vaganti nello scenario nuovo.
Vuota è la platea;
altro il dramma, altre le scene,
altro il regista che sceglie le
comparse.
Fioche col vento m’arrivano le voci
d’allora,
le facce sbiadite dalla nebbia del
tempo.
A sinistra un palazzo semidiroccato
sta ricevendo il cerone,
maschera illusoria su fondamenta
deboli.
Fuori tempo, fuori secolo lo
spettatore,
passata è ormai la recita di „Cuore".
Oggi a teatro è di moda „L’avaro", e
„Servi e padroni".
Lontana una civetta malaugura su di un
ramo:
chi sarà di turno domani?
Settembre 1991
FIGLIA DEL VENTO
È figlia del vento la balza
assolata
creata da volubili soffi di
favonio,
trapunta di rosso, bianco, giallo,
ciclamino e malva.
Bombi e calabroni ronzando
succhiano il nettare,
silenziose volteggiano, figlie del
sole, le farfalle.
Insecchiti e malinconici tra le
sterpaglie
gli olmi, al ciel protesi i rami
spogli, pietade chiedono.
Imponenti sui cretosi pendii, al di
là del torrente,
di mese in mese nuove dimore
s’aggiungono
custodite da vecchi settuagenari.
Decine di strade s’inerpicano,
ramificandosi tra gli incolti calanchi;
occhieggia il
laghetto d’artificio.
Sulla collina malinconiche
giacciono le pietre antiche di
memorie storiche,
a vergogna dei posteri.
Ricordo il passato rimane; traccia
di memoria.
Giù, a valle, nei terreni che
furono fertili,
bagnati dall’acqua dell’Ofanto,
scorre il fiume povero d’acqua e di
genti,
rammentando il sangue romano e
punico.
Invano cerco l’oro dei campi di
grano,
invano l’orecchio tendo
a riascoltare il lento canto dei
mietitori nella canicola.
L'asfalto colpito dal sole genera
traveggole,
fata morgana di falso benessere.
Enormi edifici sorgono
per i figli
che non nascono,
conseguenze d'una borsa facile.
La giungla inghiotte antiche
fontane,
livella pendìi, forre e cunicoli.
L’uomo, stanco di combattere
con la sua terra povera,
l’abbandonò ed emigrò
all’estero.
Ed ora il vento a capriccio semina.
Gennaio 1990
LA MIA TERRA
O terra mia, dalla gente dura e
forte
come le tue pietre,
dallo spirito solitario
come le tue disperse pasture,
travolgente
come 1'acqua dei tuoi torrenti,
nudo e scabro come le tue ripe
scoscese,
spinoso come i ricci dei tuoi
castagneti,
selvaggio e gentile
come i tuoi fiori di campo,
allegro e fresco
come l'acqua delle tue fontane,
scottante come il sole di luglio,
gelido come una notte d'inverno,
mesto e solenne
come i tuoi fiammeggianti tramonti,
sereno come una notte d'estate»
Amo il loro spirito fiero e rozzo
che natura ha abbozzato, indomito e
laborioso,
che non soccombe all'avversa
fortuna.
O terra mia! La nostra gente è
parte di te,
come le tue spine
che fioriscono di bianco a
primavera,
come le tue messi dorate,
come l'aspro sapore del tuo vino,
come il tuo sembiante ferito, già
agonizzante,
ed ora fremente
al bacio della nuova vita.
Amo le tue ferite ancora aperte che
odorano di ricordi.
Amo la nostra gente,
le loro ire e i loro rancori,
i loro litigi e le loro gelosie, le
loro gioie e le loro lacrime.
Li amo come amo la vita,
Li confondo con te...
e io mi confondo con loro.
Giugno 1985
|
IL CASTELLO DI
MORRA DE SANCTIS
Maggio
1983
ai secoli
remoti a noi imposto,
sulla collina
ergevi la tua mole,
vecchio
castello alla bufera esposto
restavi
altero, senza dir parole.
Ora anche tu
ricopri di rottami
le tue
memorie di armi e cavalieri,
le antiche
lotte, i celebri certami,
le use
insegne dei castellani fieri.
Tu
proteggesti, nei tuoi primi anni,
la vita e i
beni di nostre contrade
dall'armi
avverse, dai tessuti inganni
dei suoi
nemici giunti a queste strade.
Or tu riposi,
qual Capaneo non domo,
vinto dal fato
e dalla sorte ria,
e invano
aspetti che uno mano d'uomo
venga a
ridarti lo splendor di pria.
Forse t'accora
sapere che la sorte
non fu benigno
al paesello amato,
su cui
volando, l'Angel dello morte,
lasciò così
infelice e devastato.
Non dubitar,
però, che la tua gente
saprà trovar
la via dei suoi avi,
razza non è
che sa'
giacer vilmente
a saccheggiare
il miele d'altri favi.
Un tempo
certo, non assai lontano,
Morra
risorgerà a te d'intorno,
e nel suo
seno, tu cercherai invano
le piaghe
tristi del nefasto giorno.
GERARDO DI
PIETRO
IL CIMITERO
SENZA RICORDI
Il lago riluce
sotto il sole di luglio,
svaniscono i
monti azzurrognoli
nell’orizzonte
lontano,
nella foschia
della canicola
le rondini
volano garrendo
divorando a
volo gli insetti.
Il vento caldo
sferza gli alberi,
e il triste
cimitero di case nuove,
vuote di gente
e di ricordi,
mura fredde,
che mai hanno ascoltato
le grida
gioiose di un bimbo,
e la
ninnananna di una mamma,
che mai hanno
asciugato
il sudore
dell’uomo,
stanco dal
lavoro dei campi.
Case dove non
c’è più
l’ultimo
respiro degli antenati,
dove mura di
cemento
schermano ogni
ricordo.
Una muta di
bavosi cani randagi
scende per la
strada
con la lingua
penzoloni,
tra le mura
nuove
del cimitero
abbandonato.
Novembre 2000
FANTASMI
Ci sono tante
porte e finestre
nei muri grigi
di pietra;
dietro i vetri
bluastri si vedono i fantasmi;
centinaia di
fantasmi che urlano senza voce
nel palazzo
abbandonato.
Tanti buchi
nei muri che gemono al vento,
si scaldano al
sole.
S’infilano
zénzele di nuvole
strappate dal
vento nei vani vuoti.
L’urlo dei
cani randagi
discende
lugubre sui tetti
degradanti
nelle notti buie senza stelle.
Vuote le
strade, vuote le piazze
e le case,
pieno il cimitero di salme giornaliere.
Febbraio 2000
VENTO DI
MAGGIO
La mente colma
d’immagini
distribuisce i
ricordi nello spazio vuoto,
attraverso i
vani senza muri
uno
scapigliare d’erba al vento fresco di maggio.
Silenzio di
siesta di primo meriggio
attira i
fantasmi
che vengono in
punta di piedi,
ad uno ad uno,
scusandosi al
loro apparire
e popolando la
scena risorta.
L’angolo cerco
dove insieme
acquattati
aprivamo la
rozza finestra
sul mondo mai
conosciuto,
sotto il
portale consunto dai secoli
vicino al buco
della porta
dove il gatto
usciva ed entrava
alla ricerca
di topi e di sole.
Nel silenzio
dell’aria mi par di sentire
i gridi
giocondi di sciami di bimbi
rivivere i
giochi dei padri, mentre,
all’ombra
sedute, le giovani,
ricamavano il
loro corredo.
Dorme ora nel
silenzio la strada deserta,
fiancheggiata
di vuoti
e di risorte
speranze; mura fredde,
vani vuoti di
nuove generazioni che stentano a nascere;
solidi
mausolei,
sui quali già
s’affaccia l’ombra del crepuscolo vicino.
HABITAT
DISTRUTTO
Chi vuol
conservare le memorie può cementarle:
a metro cubo
si paga il sarcofago;
nuovi sono nomi e nomignoli,
altro l’aspetto
estetico.
Dall’anno zero
ricomincia la storia e le cicale
non la
raccontano più alle rondini:
verso luoghi
più ospitali volarono
i
giulivi volatili.
D istrutte
le acacie,
cicute e
clematidi,
per i
tacchini...
crocidano le
macchine;
condann ato
è l’azzurro
tetto di
poliestere
e il serpe non
ha più la tana
fra le pietre.
Soli sulle
antiche scale,
ancora i
vecchi
siedono,
indolenti e apatici,
impotenti
assistono
alle memorie
che scompaiono;
quasi estranei
in un mondo
caotico che
strappa le sue
radici
per
sopravvivere.
Ma, dietro gli
sguardi vitrei,
s’indovinano i
ricordi di chi non dimentica,
che il vento
disperde nell’aria con i granelli di polvere.
E chiudendo
gli occhi
riodono il
belare della capra il grugnire del maiale,
il raglio
dell’asino e la giovane sposa
issare la
fascina sop ra
il cercine.
A sera, dopo
il duro lavoro dei campi,
il disputar
concitato nelle osterie giocando alla briscola.
Anche i muri
passeranno alla storia:
sacrifica, o
popolo, il passato al labaro,
forse, un
giorno suoneranno di nuovo le trombe di Gerico.
Tutto nel
mondo è mutevole,
lasciamo al
vaglio dei secoli la storia,
il giudizio ai posteri.
Solo l’Eterno
immutabile è la misura unica.
Non ha tante
stelle il cielo
quante sono le
ambizioni deg li
uomini
Es lebe die
sorglose
Jugend!
Ohne Ehrfurcht
für
das Alter.
Settembre 1990
TRA LE ROVINE
Eri là,
nell'angolo rimasto in piedi della casa diroccata,
a lucidare con
la sabbia
le pentole di
rame per la Pasqua.
Lucidavi e
cantavi, nella tua casa,
ogni anno
benedetta.
Chissà perché,
un giorno
l'acqua Santa
non volle più portarti
l'Augurio di
Buona e Santa Pasqua.
Ma io ti vedo
attendere ancora
quando passo
davanti alle rovine,
misera e
povera casa,
ora che hai
aperto al cielo il tuo semplice segreto
e le ortiche
vegetano dove posavi gli instancabili piedi.
Madre di
numerosa prole
parlavi ai
tuoi figli col cuore
e, come
chioccia coi suoi pulcini, li proteggevi
attenta che
non facessero loro del male.
Nella povertà
era la tua forza
e la tua
volontà la tempravi agli stenti della vita quotidiana.
Facevi parte
di una razza che e ormai in via di estinzione.
1987
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